La stanza delle Intimità

Un luogo segreto, intimo, personale, sensibile dove nessuno può entrare. Nessuno eccetto te. Al mondo d’oggi sembra che tale luogo sia un’utopia, un qualcosa difficilmente realizzabile. Eppure è nella natura umana avere diritto ad una stanza segreta. Negli ultimi giorni, siamo bombardati da notizie circa il Regolamento Ue 2016/679, noto come GDPR (General Data Protection Regulation). Sembra che d’un tratto, in 2 anni tutto il mondo debba regolarizzarsi e diventare etico, morale e politicamente corretto. Nessuno invade lo spazio di nessuno, a meno che non venga concesso e per un tempo limitato. Tutto ciò è alquanto improbabile, la quotidianità parla chiaro: vogliamo farci i fatti altrui (social network) e parlarne (gossip). In quanto esseri umani, siamo fatti non solo di materia, ma anche di emozioni, pensieri, esperienze e spirito; abbiamo bisogno di tante necessità. All’interno di noi stessi ci rechiamo di volta in volta nei vari meandri dell’animo per “acquistare” quello che ci serve, per apprendere qualcosa di nuovo o persino per vivere nuove sensazioni. Il nostro Sé appare fatto di tante stanze, ognuna per ogni differente aspetto della nostra vita. C’è la stanza del lavoro, quella dell’amore, quella dei sogni, quella dei dispiaceri, quella della follia, quella del tempo, quella dei tormenti, quella delle paranoie, quella delle intuizioni, etc… Delle tante la più appetibile è la Stanza delle Intimità. Tale stanza è un luogo indiscusso, di cui nessuno all’esterno ne conosce l’esistenza. Solo tu sai come raggiungerla e come entrare. Un cantuccio, un posticino dove tu ritrovi tutto te stesso, specialmente le tue parti più nascoste. Tale luogo anche se piccolo piccolo è talmente grande da contenere l’universo. Da quel posto puoi raggiungere tutto ciò che desideri, che sogni, che speri, che ami, che odi, che detesti, che vuoi. I segreti dell’intimità di una persona celati dietro ad una porta… un infinito di misteri; un tesoro inestimabile.   ‘Quanto è appetibile questo luogo. Talmente prezioso che non ci basta possedere il nostro, desideriamo anche quello altrui…’ Ognuno di noi ha la chiave per accedervi; una chiave che apre una sola stanza dell’Intimità: la nostra. Nessuno può entrare in quella degli altri, non ne abbiamo il diritto. L’unico modo per accedere nella stanza altrui è quella di possedere uno specifico permesso: il consenso del padrone della stanza. In realtà entrare nel cuore altrui senza essere in possesso della Compassione e dell’ Amore incondizionato sarebbe di per sé un reato. Un grande reato. Nonostante il consenso. Aprire la Stanza dell’Intimità significa toccare con mano la nudità propria o altrui. Se si è “impuri” (o meglio mal intenzionati) ciò potrebbe portare ad una distorsione della realtà, al soggiogamento dell’altro, al possesso di ciò che non ci appartiene. Ognuno di noi ha bisogno di questo luogo. Possono venire a galla paure segrete, pazzie di cui si ha vergogna, sogni taciuti, passioni mai rivelate, desideri nascosti ed altro ancora. Tutto in quello spazio benedetto può manifestarsi e ricevere la comprensione, la compassione di un “sacerdote/sacerdotessa” del cuore che sussurra al nostro animo “non preoccuparti, tutto si aggiusterà… tutto si realizzerà. Sarò sempre con te” . Una sorta di angelo custode interiore a difesa della nostra  intimità. Come un confessionale, immateriale, ciò che vive nella stanza dell’Intimità è probabilmente destinato a rimanere all’interno, ma ciò che ne esce collabora a generare un essere umano nuovo, più lucente, pronto ad affrontare ancora la vita. Forse dovremmo curarci di più della nostra interiorità; entrare davvero nella nostra stanza dell’Intimità, vedere coraggiosamente cosa c’è, senza spaventarci, e uscire fuori con un cuore nuovo e pieno di Amore, pronto a sostenere i segreti propri e altrui. Solo così, in un mondo più intimo e silenzioso sarà possibile parlare davvero di protezione dei dati, o meglio stati, personali. E voi… avete una stanza segreta dove essere completamente (e intimamente) voi stessi? Leonardo Capitanelli Continuate a seguirmi!   Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia.

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I MIEI 10 SECONDI

Ho dato vita ad una nuova iniziativa: I MIEI 10 SECONDI. I miei 10 secondi è il momento che io dedico a te; I TUOI 10 SECONDI!  Ogni venerdì per mail, invierò un aforisma, da leggere in massimo 10 secondi. Pensieri per addolcire e rallegrare la propria giornata; la giusta pausa. Questa “rassegna” è dedicata agli iscritti alla mia mailing list. Se ti facesse piacere riceverli basta cliccare qui http://eepurl.com/dtzeXn, inserire il tuo nome e mail e il gioco è fatto. Solo per “l’inaugurazione dell’iniziativa” il primo aforisma sarà pubblicato sul mio blog. Eccolo qui: “La fantasia non fa castelli in aria, ma trasforma le baracche in castelli in aria” Karl Kraus Se ti piace, invita i tuoi amici ad iscriversi condividendo questo link: http://eepurl.com/dtzeXn (per iscriversi basta davvero poco: inserire il proprio nome e mail) Che ne dici di condividere insieme questo istante di tenerezza? Leonardo Capitanelli

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IL RUMORE DEL SILENZIO

“Tutti i problemi dell’umanità derivano dalla incapacità dell’essere umano di sedersi silenziosamente, da solo, in una stanza” Blaise Pascal In un articolo interessante su medium.com, Zat Rana, parla degli ultimi anni della vita di Pascal. Una vita di ricerche, prima scientifiche poi psico-teologiche. Secondo Pascal, l’uomo ha paura del silenzio dell’esistenza e cerca di scappare dai problemi emotivi correndo dietro inutili distrazioni, che fungono da veri e propri “comfort” mentali. La paura della solitudine e delle propria interiorità è uno degli aspetti che da sempre ha accompagnato l’uomo. Sembra che in un modo o nell’altro, prima o poi, l’essere umano debba affrontare la terribile bestia: sé stesso. È tremendo, se non impossibile, guardarsi allo specchio senza una buona preparazione. Ci vuole un cuore forte ed una mente salda, per vedere chi siamo veramente e trasformare quell’atto di osservazione in qualcosa di costruttivo. Tutte le culture hanno sempre cercato dei metodi per fornire all’uomo la “scienza” per affrontare sé stesso; molti, però, sono estremamente difficili e disumani. Sicuri che comunque vada, il nostro “demone”, chiamato silenzio, tornerà a farci visita, si sceglie di trovare qualche scappatoia che possa rimandare o persino evitare il fatidico giorno. Qualche volta decidiamo di affidarci a qualcuno o riunirci in gruppi per sentirci meno soli e spalleggiarci a vicenda nel tentativo di affrontare questa bestia. Tal volta la paura di se stessi è così grande che ci si aggrappa in modo quasi completo alle persone al nostro fianco da arrivare persino a mentire noi stessi o a compiere gesti violenti, pur di averli con noi. (Emblematico il dato riportato da Tracy Moore, su medium.com, secondo la quale alcune ricerche scientifiche  dimostrano che l’80% delle donne finge l’orgasmo per compiacere il compagno, per rafforzare la sua autostima. Ancora più preoccupanti i dati riguardo la possessività degli uomini, che spesso li spinge a compiere violenze bestiali sulle donne). Un atteggiamento simile, si riscontra anche nella “chiusura ideologica”. Ci si nasconde dietro ideali “confortevoli”, dietro risposte comode, dietro teorie soddisfacenti che ci consentono di mantenere viva la nostra condizione attuale. Ma tutto ciò non ha niente a che vedere con la realtà, anzi spesso rischia di allontanarci da essa; rendendoci sterili, freddi e giudiziosi. Fronteggiare un mostro come lo è il nostro intimo sé, è una sfida difficilissima che deve essere affrontata con delicatezza, comprensione e coraggio. Probabilmente non esistono delle ricette pre-scritte, valide per ognuno di noi. Di certo però ci sono delle tecniche e degli stili che possono essere a noi adeguati ed aiutarci nel cammino profondo della nostra Vita. Molti anni fa, millenni fa, degli uomini e delle donne decisero di vivere in modo scientifico questa ricerca psico-fisco-emotivo-spirituale e trovare un sistema per vincere sé stessi, adatto a più esseri umani possibile. Queste persone sono diventate leggendarie; eroi ed eroine che hanno vinto le loro paure e lasciato un grande Tesoro accessibile a tutti noi…[…] E tu… Vorresti averlo questo Tesoro? I GUERRIERI DEL TEMPIO – NUOVO LIBRO – USCITA 2018 Leonardo Capitanelli

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Una goccia fa la differenza

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno Teresa di Calcutta Oggi voglio riportarvi una piccola testimonianza, quella di un ragazzo speciale, che nel suo piccolo sta cercando di dare un’opportunità al prossimo. Michelangelo è un ragazzo campano che da anni pratica ed insegna arti marziali in una delle regioni più enigmatiche d’Italia. Il suo bagaglio culturale non si basa su tecniche di rottura e di attacco, bensì su movimenti curati e studiati per sviluppare forza interiore e amore verso il prossimo. Tra persone comuni ed altre meno fortunate, il mio amico sta cercando di diffondere un messaggio di fratellanza e compassione, costruito sul duro lavoro fisico e spirituale; in unione con il rispetto di se stessi e del prossimo. Un compito il suo, che si potrebbe tranquillamente chiamare missione. Una “mission – quasi – impossible”, visto le vicende e le difficoltà di un territorio tanto stupendo quanto martoriato. Da quasi 15 anni ormai Michelangelo porta avanti con onore e con sacrificio la sua sfida: “Aiutare gli allievi nella realizzazione personale. Dare loro una opportunità che altrimenti non avrebbero”. Non importa lo stato sociale, le condizioni economiche, le preferenze culturali; chiunque abbia bisogno di aiuto viene accolto con affetto. La sua motivazione è così grande che sarebbe disposto a perdere tutto pur di proseguire in questo cammino. Un esempio per chiunque voglia realizzare il proprio sogno. Insegnare Arti Marziali e donare amore al prossimo potrebbero essere solo delle piccole gocce, ma, come dice Madre Teresa, sono proprio queste a formare l’oceano.   E voi, sareste disposti a lasciare tutto per la vostra aspirazione?   Se volete saperne di più su Michelangelo e la sua missione seguite la sua pagina facebook: Scuola Nove Armonie Campania    

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Vedere con i propri occhi

“Andare a vedere con i propri occhi …” Sto viaggiando in terre inesplorate. Che bello “volare nel blu, dipinto di blu”. So che questa nuova esperienza ha qualcosa da dirmi e come ogni volta, mi metto in silenzio, in ascolto di quello che è stato prospettato per me. Quando sei in viaggio, ti lasci cullare. Non c’è solo un areo, un bus, una macchina che ti trasporta a destra e sinistra; bensì c’è tutto un mondo che si mobilita per te. Tante novità preparano il tuo soggiorno e non attendono altro che tu passi accanto per svelarsi nella loro essenza. Viaggiare ti fa toccare con mano “l’altro”, “il diverso”, “il prossimo”. Ti fa vivere quell’istante di indissolubile fratellanza tra te e ciò che ti circonda. Avere il coraggio di sconfinare, di andare un po’ più in là, consente di dare la giusta misura alle cose, di svelare la verità, di non pre-giudicare, di toccare con mano ciò che è, di comprendere. “Andare a vedere con i propri occhi per capire a fondo la situazione” (principio 12: genchi genbutsu, TOYOTA WAY) Mentre rifletto su tutto questo, vedo il mio riflesso sul finestrino e mi domando… “Chi è quello?”. Se non sapessi di essere “me stesso”, se non avessi intrapreso la Via, se non fossi andato a vedere con i miei occhi, se non avessi sconfinato oltre l’apparenza… a quest’ora avrei sentenziato così: “Quello è un classico musone, antipatico, asociale pensatore che sa tutto lui, ma non conosce il mondo”. Andare a conoscere un nuovo territorio, una nuova cultura, un nuovo ambiente direttamente “sul posto” è uno dei fondamenti essenziale per conoscere sé stessi. Ecco perché amo viaggiare:  mi fa andare all’essenza delle cose, mi fa comprendere il prossimo e di rimando svelare aspetti del mio animo mai conosciuti prima. Se non andassimo a vedere direttamente “sul luogo”… cosa ne potremmo sapere di tutto questo?   Continuate a seguirmi!   Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia.

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Oggi Sposi: Leonardo e Rosaria

Quel giorno, il bambino col cappello di paglia si avvicinò alla bimba dal cappello di stoffa. “Ehi!”, le disse urlando forte. “Dici a me?”, rispose lei. “Sì, dico a te. Sei nuova di queste parti? Non ti ho mai visto prima!” “In realtà abito nel villaggio da un po’ di tempo, direi anni ormai. Se non ci siamo mai visti è perché non frequento certe compagnie. Tanto meno i mocciosi.” “Moccioso a chi? E poi di che compagnie stai parlando?” “Di quelle che frequenti. Da come sei vestito, si vede che sei un fannullone. Probabilmente, vista la pagliuzza che hai in bocca, sei un pensatore. Ti vedo già a filosofeggiare con i tuoi amichetti saputi.” “Che caratterino! Per tua informazione non frequento alcun intellettuale e nemmeno i filosofi. Io amo lo sport.” “Sì, questo lo avevo notato” “E da cosa?” “Da qualcosa che hai di dietro!” “Ma non ho niente sulle spalle… né uno zainetto né un borsone…” “Parlavo dei polpacci. Sono enormi!” Il bimbo col cappello di paglia arrossì. Non aveva mai avuto a che fare con una ragazza tanto schietta e diretta. Pensava di poter primeggiare e invece venne colto alla sprovvista dalle risposte della bimba. Così si dileguò dopo averla salutata, timidamente, e se ne tornò a casa. I giorni passarono, ma la bimba dal cappello di stoffa gli era rimasta talmente impressa che non poteva fare a meno di pensare a lei; aveva fatto breccia nel suo cuore. La paura di essere di nuovo rifiutato però, lo scoraggiava e non di poco; non voleva subire un altro “affronto” come il precedente. Decise quindi di non fare nulla ed attendere che la cotta gli passasse definitivamente. Però… la bimba era anch’ella innamorata. Lo aveva notato già anni prima al villaggio, durante un evento sportivo. Il bambino si stava esibendo in varie discipline e lei di nascosto lo guardava affascinata. Da quel momento il suo cuore era stato tutto per lui. Un bel giorno di maggio, il 2 maggio per l’esattezza, la bimba prese l’iniziativa e andò a casa del bambino. “Ciao nullafacente. Ti va di uscire insieme?” “Dici a me…?” “Sì, dico a te” “No, mi dispiace. Non esco con le presuntuosette!” “Presuntuosa a chi?” “A te. Non vedi come ti atteggi?” “Senti chi parla!” “Ascolta… io non ho alcuna intenzione di trascorrere del tempo con te. Puoi anche andartene.” La bambina colta alla sprovvista dalla risposta, dapprima rimase immobile, poi se ne andò. Non poteva credere di essere stata rifiutata così. Mentre varcava l’uscio della porta però, sentì le braccia del piccolo bambino avvolgerla. Poco dopo si girò verso di lui e in men che non si dica si ritrovò a contatto con le sue labbra… Passarono gli anni, 7 anni e 25 giorni per l’esattezza. Oggi quei due bambini sono i protagonisti della festa più speciale che ci sia: il loro matrimonio (Leo e Ro’ – 27.05.2018). Il racconto, non corrisponde a pieno con gli accadimenti reali (date a parte). Però questo  mi sembrava proprio un bel modo per celebrare il giorno più speciale della nostra vita: TI AMO RO’  

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Una riflessione che può essere utile

Oggi vorrei condividere con voi una piccola riflessione, frutto dell’esperienza appena vissuta al Salone Internazionale del Libro di Torino. Molte volte la quotidianità ci fa vedere una vita noiosa e statica. Nel contesto in cui ci troviamo sembra che tutto si muova nella stessa direzione e che ben poco ci sia da dire. Il nostro agire appare scontato e utile solo a sé stesso. Un tranello, fatto ad opera d’arte. Quando poi arriva il giorno in cui ti arrischi, in cui dici a te stesso “non può essere solo questo”, tutto cambia. Inizi a sognare una storia che “non c’è”, a voler mordere la vita. D’un tratto si presentano alla porta del tuo discernimento tante opportunità, alcune vane, altre appetitose, altre dubbiose, altre incoraggianti, altre possibili, altre timorose. Il cuore e la mente iniziano il lavoro dell’osservazione e muovendosi tra tutte le scelte ne selezionano una. A differenza delle altre volte la scelta ricade su “ce la posso fare” e cestini tutte le altre frasi come “non fa per me”, “chi me lo fa fare”, non ce la farò mai”, “ti pare che io…”. In quel momento inizia la magia: il velo scompare e sembra di sentirsi connessi con il Sé più vero; il futuro appare come quadro da dipingere e ad attenderti alla porta non c’è più  la solita mattinata, ma una miriade di opportunità da cogliere e trasformare in capolavoro. Dopo tanti giorni immerso nella “mia normalità” ho deciso che fosse giunta l’ora di dare spazio ad una nuova storia: la mia. Ho messo da parte tutte le paure e mi sono lasciato andare. Beh ho trovato tanto, ma tanto di più di quello che credevo. Non ho fatto nulla di straordinario, ma ho lasciato che lo straordinario venisse a me. Questo è stato per me il Salone del Libro di Torino. Continuate a seguirmi!     Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia.  

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Il meglio che c’è di questo viaggio

Come posso non rendervi partecipi delle emozioni vissute @Salone Libro. Invece che un solito elenco di tante parole, preferisco donarvi una piccola creazione che ho fatto col Cuore. Buona Lettura Quando la faccenda si fa incasinata esci fuori e dai una occhiata; a quel mondo che di te è in attesa e non ti curar della tua anima offesa. Fai un tentativo e spingiti un po più  in là qualcosa di buon di certo ne uscirà. Non è facile in un mondo così pazzerello ma il sole esce sempre dopo l’ombrello. Abbi fede nel tuo buon Cuore che prima o poi sboccerai come un fiore. Sì è vero bisogna arrischiarsi, ma senza coraggio è facile incasinarsi. Questa poesia o filastrocca, vedi tu, è per augurarti buon percorso e fortuna sempre di più. Grazie per avermi accompagnato in questo viaggio   Leonardo Capitanelli Continuate a seguirmi!     Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia.    

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tesoro con la T maiuscola

E poi arriva il momento di dormire. Le forze mancano e servirebbe un po’ di ristoro per ripartire al meglio il giorno seguente. I bambini però di andare a letto non ne vogliono sapere e con fare birichino chiedono alla mamma: “Ci racconti una storia?” “Certo piccoli miei! Che storia vi piacerebbe?” “Una fantastica, una bellissima, la più grande storia di tutte.” “Bene. Allora vi racconterò la storia di…alla ricerca del Tesoro; il più grande che sia mai esistito” Secondo voi la mamma quale storia racconterà ai bambini? Fatemi sapere!

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Una speciale anteprima

Di nuovo a scrivere dopo una giornata intensa, passata in fiera @saltoTO18. La stanchezza si fa sentire così come l’ispirazione. Come promesso, ogni giorno, vi aggiorno (bel gioco di parole) con delle chicche speciali riguardo le mie 2 nuove uscite. Iniziamo con la prima, quella che da due anni mi sta assorbendo completamente. Lasciate ispirarvi da queste righe e poi ditemi di cosa si tratta: “[…]Difendere un tesoro divino! Un compito che non viene assegnato a tutti e quando sei tu a doverne portare il peso non è così semplice. Cosa fai? Se perdi tutto è perduto. Se vinci, prima o poi dovrai combattere di nuovo perché torneranno a cercarti. Puoi cedere, scendere a compromessi, barattare la tua libertà, donare un pezzettino della tua vita, ma… forse è meglio combattere fino in fondo e morire dignitosamente[…]” Secondo voi che libro sarà? Fatemi sapere sui social oppure scrivetemi a l.capitanelli@virgilio.it, sarò lieto di sapere la vostra

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