Come trovare dei semi unici e coltivarli perfettamente

Trovare un’idea può essere più o meno semplice. Comprendere se sia quella giusta o meno un po’ più difficile. Riconoscere i suoi frutti, questione di tempo. Mesi fa, parlavamo dell’importanza della fiducia e del potere del rischio. Ora ci concentriamo sulla straordinaria forza della coltivazione. In fondo progettare è una questione di natura… Là dove coltivi la rosa non può crescere il cardo FRANCES HODGSON BURNETT I SEMI Tante idee. Una grande fortuna questa, perché avevo in “testa” talmente tanti “semi”, idee premature, da sembrare un consorzio agrario. Potevo scegliere tra una vasta gamma di soluzioni. Ne ero certo, potevo fare qualcosa di buono. Occorreva prendere l’idea giusta e provare a coltivarla. Ma da dove partire? Non sapevo quale fosse buona e quale cattiva. Cercavo disperatamente di capire a priori cosa potesse fare al caso mio. Scrutavo, osservavo, scartavo e… mi fermavo. Difficile fare quel passo verso l’attuazione. Poi ho ben pensato di mettermi in silenzio e lasciare che il mio istinto mi guidasse. Come un bimbo alla scoperta del mondo, sono entrato dentro quel mare di fantasia e senza temere ho preso ciò che sentivo fare per me. Ho trovato il seme della mia anima! Nel 2015 scelsi di “buttarmi”: avrei dato vita ad una realtà in grado di supportare chiunque avesse avuto un progetto o un sogno da realizzare. COLTIVARE In 4 anni di duro lavoro ho ideato delle associazioni, ho costituito la mia impresa, ho scritto libri, ho inventato progetti, ho supportato enti, istituzioni, privati, ho “aperto” il mio blog… Insomma la vita mi ha dato numerose possibilità per lavorare, inventare, creare, aiutare. Quando ho iniziato a coltivare, tutto è diventato straordinariamente nuovo, difficile e appagante. Non avevo alcuna esperienza circa l’arte del coltivare, non avevo la benché minima idea del come, del quando e del dove fare. Ho solo iniziato; in maniera talmente goffa e bizzarra che ancora oggi sorrido al pensarci. Non esiste un modo di coltivare che sia perfetto. Impossibile. Esiste solo quella voglia matta e spropositata di fare qualcosa di buono; per te , per gli altri, per il mondo. Inizia a seminare da oggi… LA DIFFERENZA Ciò che veramente fa la differenza è… la tua voglia di fare qualcosa di grande! Sei disposto/a a metterti in gioco per imparare a coltivare? Leonardo Capitanelli

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Come fermare lo stupido bullismo che sta uccidendo il loro futuro

Non dite che non avete mai sentito parlare bullismo. Non dite di non essere a conoscenza di alcuni episodi. Non dite di non averne mai avuto a che fare. Dite invece quello che sapete, dite quello che sentite, dite quello avete visto. E sopratutto intervenite. Oggi va di moda parlare dei problemi e delle piaghe sociali, ma va poco di moda risolverli. Noi però non ci stiamo! “Il mondo è iniquità: se l’accetti sei complice, se lo cambi sei carnefice.” JEAN-PAUL SARTRE RESTARE IN SILENZIO O PARLARE? In un mondo in cui “chi addita il male è considerato peggio di chi lo fa” (cit. Si-Fu Maurizio Cini, Scuola Nove Armonie ASD), la frase di Sartre coglie a pieno l’essenza del bullismo. Oggigiorno sembra non esserci “giustizia”; difficile capire da che parte schierarsi. Come ti muovi sei condannato. Una piaga sociale questa; un escamotage davvero diabolico. PROGETTO SENSIBILIZZAZIONE BULLISMO Questa situazione a me sta stretta e non sono l’unico. Da questo 2019 vi ho promesso che avrei parlato delle mie sfide e dei miei progetti; bene… iniziamo da questa iniziativa di cui faccio parte: “L’arte marziale e il bullismo: rispetto di sé stessi e degli altri“ UNA SCUOLA PER LE SCUOLE Con i miei amici della Scuola Nove Armonie ASD, ci siamo schierati in prima linea, per dare una testimonianza di come si può uscire da questo labirinto dell’inganno, delle verità taciute e delle colpe non commesse. Una serie di eventi nelle scuole, iniziati lo scorso novembre, che ci porterà a dialogare da vicino con tanti ragazzi. Con un team di esperti analizziamo il problema (del bullismo) da un punto di vista psicologico, comportamentale e sociale; ne evidenziamo le cause, osserviamo come identificarlo. Successivamente passiamo la parola a chi questi “fatti” li ha commessi o subiti e andiamo dentro al cuore di tale forma comportamentale (veramente dentro al cuore). Alla fine di tutto proponiamo alcuni esercizi fisici per aumentare la fiducia in sé stessi e il rispetto per gli altri; perché da sé stessi e dall’amor proprio bisogna partire. Il bullismo non colpisce soltanto chi lo subisce, il bullismo può uccidere il futuro sia della “vittima” che del “carnefice”, compresi i “complici” e gli “spettatori”. Ognuno di noi ha una responsabilità in merito e sta a ciascuno sapersela prendere.  Ci vuole forza però; ecco perché l’Arte Marziale può essere di aiuto. Il mondo ci vuole tutti inetti, per questo ci accusa qualunque cosa facciamo. Stare in silenzio però è la peggiore delle soluzioni. Saper comprendere il problema, prenderlo a cuore, curarlo, risolverlo è un atto da veri esseri umani. FABRIANO,23 FEBBRAIO 2019 Domani faremo tappa presso l’Istituto Tecnico Agrario di Fabriano (AN). Ad attenderci numerosi studenti del triennio. Una giornata che trascorreremo insieme a loro per condividere fatti, esperienze e metodi per superare le difficoltà e vincere le paure. Con l’impegno condiviso potremmo fare molto… Voi sarete con noi? Leonardo Capitanelli

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OGGI: IL GIORNO BUONO

Oggi è il giorno buono per vincere! Hai un sogno? Sono certo di sì. Sicuramente sai quanto sia difficile attuare un progetto che hai a cuore. Come avrai sperimentato, a volte sembra che il mondo si rivolti contro. Avrai notato che rinunciare appare l’unica soluzione, in certi casi. Eppure c’è un metodo, semplice semplice, che se ne frega degli ostacoli. Vuoi sapere qual è? “Il successo non è mai definitivo, il fallimento non è mai fatale; è il coraggio di continuare che conta.” Sir Winston Churchill QUESTO IL METODO Provare e riprovare ogni giorno! QUESTO IL METODO Scontato? A parole sì, ma nei fatti non lo è. Ricominciare ogni giorno, analizzare ciò che va o che non va, redigere nuovi piani per il futuro, ammettere errori, prevedere risultati, “sognare di nuovo”… tutto questo può diventare faticoso, noioso, scoraggiante. Non c’è niente di più di difficile che ripetere ogni giorno le stesse operazioni. Niente di più difficile che ripetere ogni giorno: “Ce la farò”; niente di più difficile che insistere lungo la stessa strada. La mente ha bisogno di libertà. Dover proseguire sulla stessa direzione può togliere giovialità e speranza. Per questo in molti si ritirano, per questo uno su mille ce la fa. UN FEDELE SCUDIERO Se anche le prospettive appaiono poco rosee, è anche vero che realizzare un progetto è un viaggio. Viaggiare è un gran bel “mestiere”. Certo qui si tratta di partire per una battaglia e non per una vacanza; ma il tempo può divenite piacevole se vissuto in compagnia. C’è un compagno fedele che ti consiglio di scegliere. Sarà sempre con te, non ti tradirà mai, ti supporterà sempre. Si chiama Gesù Cristo. Questo scudiero è proprio forte, pensa che per portartelo “dietro”; al massimo avrai bisogno di una tasca.  Si nasconde dentro alla sua biografia, best-seller mondiale da millenni. Lui è molto più all’avanguardia di Alexa, di Cortana e di qualunque altra assistente. Non ha bisogno di connessione né di corrente, basta la tua preghiera come fonte di energia. Per me è insostituibile, vedi nei miei libri “Lungo la via di Damasco” e “Lungo la via di Damasco 2.0”. Con Lui il mio modo di progettare è cambiato e quasi tutto si è realizzato. SE TU FOSSI L’UNO DI QUEI MILLE? Tu puoi diventare l’ uno, il vero te stesso. L’unico vincente su mille possibilità. Quello che ha saputo scartare le 999 strade sbagliate, perseverando fino all’ultimo. Dopo aver dimostrato, con piccole tappe quotidiane, che realizzare i progetti è possibile, in questo 2019 condividerò le mie sfide. Sono certo che ti saranno di aiuto. Io voglio diventare l’1 dei 1000. Che dici, ti va di provare con me? Leonardo Capitanelli

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PERDERE, MA SCOMMETTERE DI NUOVO

Perdere, ma scommettere di nuovo Perdere fa male; sempre. Non hai molta voglia di rimetterti in gioco, specialmente in un mondo come questo che ti vuole sempre sorridente e aitante. Perdere, nella nostra società, significa isolamento, etichettamento, denigrazione. Non c’è mai stato un periodo così brutto per imparare a perdere. eppure… Non esiste scelta che non comporti una perdita.Jeanette Winterson Ogni scelta, ogni strada comporta una perdita. Quindi anche nella vittoria in realtà stiamo perdendo qualcosa, magari l’umiltà o la tranquillità dello sconfitto. Chi crede (come spesso accade a me) che la vittoria sia l’unica soluzione ai problemi si sbaglia di grosso. La vita è molto più creativa di quanto pensiamo. Accade spesso di ottenere di più nella sconfitta che nella vittoria. Il vero ostacolo non è la sfida in sé per sé, ma il punto di vista. Se ci si rinchiude dentro quatto mura, edificate dal nostro pensiero, è finita. Occorre uscire e osservare la situazione da tutte le angolazioni. Al giorno d’oggi basta poco per essere gettati nel baratro. Un errore e le tue difficoltà diventano virali. Fa riflettere questo. Dal trionfo al tonfo c’è uno spazio più breve di due lettere. Forse siamo troppo concentrati sulla superficie. E come le pareti di una casa possono essere sporcate e “pulite” in poco tempo, così è la nostra facciata. Ma le fondamenta non “lavorano” allo stesso modo; esse, se costruite bene, durano negli anni e non basta un poco di tempo per farle cadere, ci vuole ben altro. Di certo il clima social attuale non ci aiuta a digerire le sconfitte, anzi, può abbattere ancora di più le persone. Se cambiamo il nostro punto di vista però, potremmo scoprire ciò che conta davvero e ciò che è mera superficie. A noi la scelta! PS Quando sceglierai, ricordati di perdere qualcosa… non tutto può essere tenuto. Impara a perdere.  ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER Leonardo Capitanelli

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Incredibile: i nostri speciali talenti dialogano nel silenzio

Hai mai pensato che i nostri talenti sono integrabili? Mi sono chiesto se davvero la fisica quantistica avesse ragione. Mi sono chiesto se davvero ciò che faccio qui ed ora possa avere effetti anche sugli altri. Mi sono chiesto se tra me e te che leggi ci sia una interazione quotidiana. Secondo me sì e forse possiamo anche provarlo… Le cose sono unite da legami invisibili: non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella Galileo Galilei LAVORO, VITA QUOTIDIANA Sono un ingegnere e un autore; pratico e insegno Kung-Fu; prego e contemplo quotidianamente. Sono sposato da 7 mesi e vivo in una piccola ma accogliente casina. Ho amici veri, straordinari, unici. Ho una famiglia speciale. Ho anche diversi nemici e amici meno sinceri, ma di questi non voglio curarmene più di tanto; prego per loro. OBBIETTIVI, INTENTI TALENTI Io invento, scrivo, sogno, progetto, supporto, prego, pratico (Kung-Fu). Nella mia vita quotidiana cerco di alimentare il buono e il bello di me; donandolo al prossimo sotto forma di: invenzione, libro, idee, progetto, affetto, speranza, forza. Non è molto, ma è tutto quello che ho da offrire. Allo stesso tempo cerco di ascoltare, di mantenere saldi i legami, di osservare il meglio che c’è in chi ho di fronte. I miei talenti credo che siano questi: saper ideare tante cose, vedere il bello che c’è e connettere insieme le cose e le persone per “creare” possibilità. DIFETTI, INCIAMPI, SGAMBETTI Io provo a non arrabbiarmi, a non farmi distrarre dalle cose futili, a non invidiare, a non donare un “colpo” al prossimo (amici, familiari, conoscenti, sconosciuti), a non dare troppa importanza alle apparenze, a non concedere spazio alla vendetta, a non disgregare quanto di prezioso ho, a non offendere il mio cuore, a non decentrare lo sguardo dalle cose importanti della vita, a non curarmi di chi mi vuole male, a non inquinare, materialmente e spiritualmente, l’ambiente attorno a me, a non dimenticarmi che un giorno un Signore mi ha salvato la vita e l’ha resa piena di senso. SCELTE In questo periodo sono di fronte a delle importanti scelte personali. Molte di queste scelte hanno a che fare con cose materiali. Mentre ragiono sul cosa fare, come fare cosa fare, mi vengono in mente tutte le opportunità. Le prime hanno a che fare con me stesso e basta. Le seconde hanno a che fare con chi mi sta intorno. Le terze hanno a che fare con il prossimo e con i venturi. Spesso quando si sceglie anche una cosa banale come, il futuro carburante di un’auto, si pensa che sia un discorso prettamente personale ed economico. Poi però, se estendi lo sguardo sull’orizzonte, dove vivono gli altri e i venturi, ti rendi conto che non è così. Nel nostro piccolo, con le nostre piccole scelte, con i nostri piccoli passi giornalieri inviamo un messaggio anche ai nostri compagni, ai nostri con-terrestri. Non importa che si parli di alimentazione, di consumi/risparmi energetici, di impatto ambientale, di… ogni cosa ha un effetto anche sul prossimo. Nella “Laudato Sì”, Papa Francesco spiega in maniera eloquente tutti questi concetti. TALENTI, SCELTE E CO-PROGETTAZIONE In quanto co-terrestri possiamo integrare i nostri contributi e dare vita a qualcosa di importante. Di certo già lo facciamo mettendo insieme, gli obbiettivi comuni, le passioni. Di certo lo abbiamo fatto aderendo a programmi, idee, progetti. Di certo lo faremo. Ma se lo stessimo facendo anche ora; senza accorgercene? Io mentre scrivo e tu mentre leggi? E se lo facessimo tutti i giorni anche se io faccio l’ingegnere e tu magari l’operaia/o, la professoressa/professore, l’impiegata/l’impiegato, l’operatrice/operatore ecologica/o, etc… E se mentre tu ripeti lo stesso identico gesto, noioso, qualcosa desse anche a me la forza per adempiere ai miei noiosi (a volte) impegni? E se i nostri simili talenti e intenti si “aggregassero” gli uni con gli altri per progettare possibilità future? Secondo me le nostre scelte collaborano, come se fossero degli esseri senzienti e pensanti. Questo non è provabile, perché nel breve tempo, nell’immediato non è riscontrabile; ma nel lungo periodo i risultati si vedono e come. Ebbene no, ancora non sono in grado di dimostrare con dati scientifici quanto detto. Ma se nel tuo piccolo hai pensato che sia vero, che sia possibile, perché non lo condividi con me? DOMANDA: Secondo te possiamo interagire invisibilmente?

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Dare tutto: un compito per i più coraggiosi

Dare tutto senza riserva. Ci vuole coraggio, mica è una roba da poco! Il lavoro, le passioni, i progetti ci chiedono tanto, a volte tutto. Una dose di forza, volontà, pazienza fuori dal comune. E le sfide quotidiane, poi, sono spesso insolite. Non c’è il tempo di apprendere tutto, di avere un quadro lucido della situazione. Allora si giunge al bivio: continuare o tornare indietro. Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere Albert Einstein Dare! Avere? Quando si ha a che fare con il lavoro, con le passioni, con i progetti non ci si può svincolare dalla logica del dono. L’atto di dare è qualcosa di prettamente vincolato all’opera umana. Qualsiasi sia il compito che abbiamo in mente di svolgere, possiamo stare certi che abbiamo il dovere di lasciare qualcosa di noi. E quando si parla di lasciare, si intende esattamente l’atto di donare. Dare qualcosa senza pretendere nulla in cambio. In ogni piano, progettuale, economico, finanziario o personale che sia,  deve (dovrebbe) essere previsto un periodo di offerta al “mondo”: i giorni del dono. Occorre sapere di essere vincolati al dare. Il sistema di pensiero attuale ci lega indissolubilmente alla logica del “do ut des”; quando invece dovremmo esserne solo parzialmente condizionati. Se c’è una legge certa, è quella del dare. L’avere rimane incerto e, come il futuro, si costruisce partendo dall’approccio presente. Sapienza, bravura e coraggio L’incertezza pone l’avere su un piano in cui nemmeno i sapienti hanno completo accesso. Affermare di sapere qualcosa che non puoi conoscere è un atto di falsità. La bravura nell’apprendere dalla vita ci pone su di un piano di privilegio, perché ci consente di delineare alcuni punti di vantaggio che nel tempo potranno restituire degli ottimi risultati. In un certo senso, lo studio può agevolarci nell’ottenimento di ciò che vogliamo. Ma non basta… l’avere rimane comunque incerto. Potresti aver fatto tutto quello che sai, tutto quello che hai appreso eppure le cose non quadrano, i conti non tornano, i risultati positivi non si ottengono. Quindi rischiare, continuare, riprovare, sperimentare, studiare ancora o tirarsi indietro? Qui entra in scena il coraggio; il coraggio che investe sulla possibilità e meno con la probabilità (perché la speranza è l’ultima a morire). Il coraggio garantisce che nel nostro serbatoio interiore ci sia un riserva “infinibile” di energia: l’ottimismo. Il coraggio prenota, in anticipo, un posto per te in prima fila, dove potrai gustarti lo spettacolo: la tua avventura! Al coraggio non importa del risultato, non ne tiene poi così conto, esso osserva la situazione presente e si proietta al futuro, al momento in cui tu ce l’avrai fatta! Dare tutto Essere presenti ora e proiettarsi verso un futuro migliore, implica dare tutto di te. Non può essere diversamente! Se ti fermi, lo fai per riprendere fiato, forza, pace, serenità e ripartire poi; se insisti è perché sai che ancora non è detta l’ultima parola; se lasci è perché hai capito che devi cambiare strada. Ma crederai sempre di poter fare meglio e di più; pertanto non potrai lasciare niente al caso. Mente, cuore, corpo e animo tutti concentrati sull’obbiettivo. Darai tutto di te. In cambio? Chi ti deve qualcosa in cambio per quello che hai fatto? E se fossimo noi stessi a doverci concedere qualcosa in cambio…magari un “sono fiero di me“….

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Un Titolo che vale da sé: “Amabile”!

Amabile, un titolo che non viene “dato” più. Quanto siamo abituati ad etichettare oggigiorno. Lo facciamo al lavoro, sui social, in famiglia. Ognuno di noi ha una caratteristica etichettabile o hashtaggabile. Gli standard sociali ci hanno vincolato a questo: dobbiamo definirci. In queste definizioni finiamo di essere sempre un po’ statici. Amabile esce fuori da questi schemi…  Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante(*) San Pio ETICHETTE E CONVENZIONI Le convenzioni vogliono che ad una grande libertà d’espressione corrisponda altrettanta necessità di categorizzare. Solitamente le etichette si associano ad un prodotto da vendere. Infatti siamo tutti un po’ troppo “vendibili” e poco amabili. Con un titolo sulle spalle, con un’etichetta in testa, tutto risulta più semplice. Si annullano le mezze misure, o si è dentro o si è fuori. Come in un archivio: ciò che è raccolto è utile; ciò che è svolazzante è inutile. Non sono ammessi fogli un po’ ordinati e un po’ no. AMABILI E DINAMICI Ci si toglie di tante responsabilità così. Perché ciò che conta è che sia tutto già pronto: ordinato e giusto; l’ordinabile non è contemplato, l’aggiustabile scartato. Meglio far morire il superfluo, bruciarlo e ripartire da zero. Guai ad essere amabili! Chissà mai che ci venga in mente di affezionarci; sia mai che ci venga in mente di sporcarci le mani in un caso impossibile. Essere amabili implica dare al prossimo aggettivi dinamici, modificabili, utili. Essere amabili; implica l’entrata in gioco dell’amore. L’amore è scomodo impone divieti dinamici. Non puoi lavartene le mani, sbarazzarti del disordine, liberarti dello scomodo con un semplice “Chi se ne frega!”. La logica dell’etichetta. La logica statica e aggettivizzante è un metodo tutt’altro che sciocco; è intelligente e moderno. Semplice, rapido, interconnesso! Si arriva subito alla meta; attraverso qualsiasi mezzo. Ma questa logica è tanto fredda quanto basilarmente errata. Un insieme di funzioni che dà vita ad un paradigma dove tutti diventano scaricatori di responsabilità, difensori di sé stessi e difficilmente affidabili. UN TITOLO CHE VALE DA SÉ: AMABILE Amabile. Senti come suona bene? Immagina se al lavoro le persone si facessero amare. Se a casa fossero tutti disponibili. Se gli amici fossero affettuosi anche nelle dispute. Se gli “amanti” fossero dolci anche quando le cose non vanno. Se i conoscenti si rispettassero davvero. Se gli sconosciuti si lasciassero salutare senza voltare la testa da un’altra parte. E sopratutto, se noi ci lasciassimo Amare! In questo periodo c’è un Amore a noi più grande che vuole plasmare il nostro Cuore. Un immenso Amore che ogni giorno ci avvolge, che ci chiama,  che ci supporta, che ci scalda, che ci vuole convertire a questo modo di vivere. Facciamo uno sforzo io e te: crediamoci davvero! Senza aspettare che gli altri lo facciano, apriamo, ORA, l’animo a questa possibilità di cambiamento. Facciamo sì che da oggi possiamo essere trasformati in esseri amabili. Il Natale è “qui” per questo! Che ne dici, ci proviamo? Leonardo Capitanelli *San Pio diceva: “Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante. Ah, chi non vede, mia buona figliuola, il caro piccolo Bambino di Betlemme, all’avvento del quale ci andiamo preparando, chi non vede, dico, essere il suo amore per le anime incomparabile? Egli viene per morire al fine di salvare, ed è sì umile, sì dolce e sì amabile.”

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L’AVVENTURA DI SCOPRIRE SÉ STESSI

L’avventura di scoprire sé stessi; un’arte, una danza, un viaggio all’interno di noi. Parte dal giorno in cui nasciamo e prosegue oltre la nostra morte. Prende tutto di noi questo percorso: il pensiero, le emozioni e persino il corpo. Ogni avventura è unica e avviene secondo differenti tappe. Oggi, una piccola sorpresa mi ha ricordato le mie… La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi. Hermann Hesse UN RACCONTO VERO Ritrovo un piccolo foglio di carta; è lì da tempo, dentro ad uno dei miei cassetti. Insignificante e un po’ accartocciato, se ne sta quieto nell’attesa che lo estragga. È stato in silenzio per lungo tempo e ora ha qualcosa da dire. Il suo modo per divulgare le “cose” non è chiassoso, è semplice e pacato. Non ha bisogno di mostrarsi per quel che non è; lui è un piccolo foglio bianco. Prendo i colori. Non i colori qualsiasi, ma i gessetti colorati. Cosa c’entrano i gessetti colorati con un foglio bianco di carta? Nulla. Eppure nella mia spontaneità c’è qualcosa che li accomuna. Lascio che il bambino interiore guidi la mano e lentamente coloro gran parte del foglio. In men che non si dica, risalgono alla mente ricordi lontani, di un passato tanto prossimo quanto doloroso. Difficile accettare alcuni momenti. Li vorrei cancellare e invece sono ancora vivi. Visto che è così… li voglio colorare. Voglio prenderli tutti insieme e farne un mix di colori. Vengono alla luce  queste frasi: “Un piccolo foglio, per altro nascosto. Un piccolo foglio che avevo riposto. Un piccolo foglio che conta davvero. Un piccolo foglio che sembra sincero”. La sincerità di un foglio trasparente. Quante fragilità si celano dietro il mio piccolo cuore; eppure posso colorarle con un po’ di amore… amore per me stesso. AVVENTURA: LE COSE CHE ACCADRANNO  Nel cammino alla scoperta di sé, si inciampa in tanti ostacoli; avvengono le cadute. Il terreno impervio su cui ci muoviamo, non ci consente una deambulazione agevole. Ancora non sappiamo volare e dobbiamo adattarci a questa condizione. Andare all’avventura, ovvero andare incontro alle cose che accadranno, è un mestiere per i coraggiosi. Ci vuole tanto coraggio per scoprire sé stessi. Avventurarsi dentro si sé è un gioco tanto divertente quanto spaventoso; non sai mai chi incontrerai; non è mai cosa scontata! Un po’ come nei videogame di avventura (appunto), più scendi nella profondità e più trovi il mostro “Grande”. Più cresci di livello,  più affronti “esseri” Giganteschi. Ci si potrebbe fermare allora, smettere di camminare, tirarsi indietro. In tanti lo fanno, molti si cimentano in queste scelte. Ma se devo vivere una vita di rimorsi per non averci provato, preferisco buttarmi nella mischia e dare il meglio che posso. Anche se a volte mi spaventa; io amo l’avventura. D’altronde basta un piccolo foglio bianco per risanare il nostro passato, per ridare colore alle cose che contano e aumentare l’amore verso te stesso. Eh tu… ami avventurarti in te stesso? Leonardo Capitanelli Continua a seguirmi!   Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia  

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SILENZIO E PREGHIERA

Avrei dovuto annunciare una bella novità, ma gli accadimenti di questa notte a Corinaldo lasciano spazio solo alla preghiera, al cordoglio. Per questo fine settimana sospendo i canali social, la newsletter e il blog nel rispetto delle vittime, dei feriti e dei familiari tutti.   Leonardo Capitanelli  

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