Oggi scrivo senza senso. Mi va di parlare di stelle, visto che poi in molti me lo avete chiesto: “Perché non scrivi di esseri celesti e di stelle?”. Beh… lo farò, ma in modo illogico e forse divertente.

AFFASCINANTI E SENSUALI

Ho sempre sperato di fare un viaggio nell’universo, magari visitare proprio una stella. Possibilmente lontana, misteriosa; meglio ancora se ignota.

Certo che se davvero sono così calde, sarà dura scendere a terra. Mi piace pensare che un giorno i nostri fantastici scienziati riescano ad inventare una astronave capace di resistere alle altissime temperature.

Sai che splendore affrontare le tempeste solari, navigare gli oceani di fuoco e le formose esplosioni di luce! Forse a frequenze differenti dalla nostra, ogni stella potrebbe manifestarsi come diversamente bella; meno gassosa e più solida; meno brillante, ma più affascinante…

QUALCUNO AD ATTENDERMI

“Esistono davvero”. Mi piacerebbe poter urlare a gran voce.

Quanto vorrei dare riprova che gli extraterrestri sono realmente esistenti, che se la spassano più di noi, che non hanno scopi così malvagi come alcuni film vogliono farci credere e che, in fondo, non si discostano più di tanto da noi. Almeno per alcuni aspetti. A volte fisici. A volte emotivi. A volte mentali. A volte spirituali.

Forse l’essere umano smetterebbe di sentirsi solo, di essere così silenzioso, di credersi il padrone dell’universo.

FRONTE ALTA, MA SENZA SGALLETTARE

Forse il viaggio incomincia dal semplice “osservare”. Magari basta davvero poco; alzare il volto verso il cielo, sollevando di un poco la fronte.

Una posizione scomoda. Soffriremmo di “cervicale” ancora di più. Ma saremmo esploratori della volta celeste. Nel camminare rischieremmo di pestare “oggetti marroncini” sganciati da bravi cagnolini. Ma potremmo dirci fortunati (dicono tutti che porti fortuna). Saremmo anche a rischio testate contro i lampioni… ma avremmo un sorriso sempre acceso.

Certo che una descrizione come questa non è delle più entusiasmanti, ma nessun grande sognatore è mai stato con il capo realmente in testa. E per volare alto occorre “stravagare” (ovvero tirar fuori la propria stravaganza) e in quanto a pazzia abbondare.

Senza sgallettare!

Ad alzare la testa c’è un solo vero rischio, quello di credersi davvero distanti da questa terra e magari convincersi di poter già volare. Come un pollo che si crede di saper planare nel cielo.

HO TERMINATO E A QUESTA STORIA UN SENSO NON HO DATO

Ma se fino a qui sei arrivato, volevo solo dirti che non tutte le cose possono sempre avere un senso chiaro e magari chissà.. forse un giorno, questo post averà un seguito interessante

Leonardo Capitanelli