Ero entrato nel bosco per parlare con le aquile. Avevo chiesto loro se l’indomani avessero potuto sorreggermi. Non era barare. Io mi sarei tuffato davvero e con il loro consenso… mi avrebbero sorretto prima dello schianto.
Se non avessero voluto, il destino avrebbe fatto il suo corso.
Non sapevo se avessero capito il messaggio. Tanto è vero che mi risposero per le rime, cercando di attaccarmi e “beccarmi in testa”. Per di più, una di loro affondò i suoi artigli nelle mie spalle. Un male infinito. Probabilmente insignificante rispetto a quello che avrei dovuto partire il giorno seguente.
Beh… mi attendeva una grande sfida e avevo paura. Immensa paura. La notte continuai a pregare e a preparare il mio trapasso nell’aldilà.
Solo all’alba mi addormentai. Tempo di chiudere occhio e fui svegliato dal Capo di Volo. Era giunto il momento.
Così mi ritrovai davanti al precipizio. Ad un passo dalla mia fine.
Saltai. Furono attimi interminabili quelli che intercorsero tra la cima e il suolo. Sentivo l’aria scorrermi addosso e la velocità di caduta sempre più alta. Vedevo la mia vita scorrere e contavo i secondi che mi rimanevano: “Tre, due, uno”… Fshhhhhhh!!
Ero vivo; in piedi, al suolo; stretto nella morsa degli artigli di un aquila. La stessa che mi ferì il giorno precedente. Capii perché lo aveva fatto. Il suo intento non era farmi del male, bensì stampare su di me delle concavità, così da potermi afferrare con più sicurezza. Ero riuscito a convincerla ad aiutarmi.
La prova però non era ancora vinta, non stavo volando. La mia amica mi prese sul “groppone” e in men che non si dica spiccò il volo. Arrivammo all’altezza della cima, da dove ci eravamo lanciati, e iniziammo a volteggiare a testa in giù.
Vedevo gli occhi degli ufficiali sbalorditi. Io, il piccoletto, il fifone, avevo vinto la paura. Avevo superato la prova, come mai nessuno prima. E quello non era barare… avevo usato le mie doti, la mia intelligenza.
Sì, esatto… non posso affermare che nella mia vita ho sempre saltato seguendo la sola spinta del cuore. Spesso non ho saputo affrontare le paure di petto e sono dovuto ricorrere a delle tecniche, a dei metodi per risolvere i miei blocchi. Ho scavato a fondo per scoprire le qualità che mi sono state affidate e cercato quelle più preziose. L’intelligenza è una di queste e pertanto ho deciso di utilizzarla per superare le mie prove.
Te lo saresti immaginato?
Leonardo Capitanelli