EH NATURA SIA!

Tre giorni di distacco per rigenerarsi, riprendere contatto con la natura, appacificare la mente. Di tanto in tanto privarsi di qualcosa per lasciare spazio al “resto” fa bene. Piccoli e brevi ritiri che danno un plus al corpo, alla mente, al cuore e allo spirito. A me servono tantissimo e per questo una volta all’anno me lo concedo. E questa nostra vita, via dalla folla, trova lingue negli alberi, libri nei ruscelli, prediche nelle pietre, e ovunque il bene. (William Shakespeare) LA NATURA CHE NATURALIZZA Chi di noi non ha sperimentato il piacere di trovarsi immerso nella natura? Ognuno a nostro modo abbiamo avuto la fortuna di entrare in contatto con la natura, durante una scalata, durante una passeggiata, in sella ad una mtb o ad un cavallo… Quale immenso piacere si prova quando la natura decide di accoglierci e di abbracciarci! Poche cose al mondo sanno dare ciò che la natura dona. E in effetti durante le nostre lunghe giornate ci sentiamo spesso fuori luogo, in un qualche modo, denaturalizzati. A contatto con Made Natura invece ci sentiamo vivi e naturali, come fossimo tornati a casa, la nostra vera casa. UNA PAUSA PER CONNETTERCI CON CIÒ CHE NON È SOCIAL Oggi la rete ci ha catturati. Tutti. Ma siamo sicuri di essere veramente a conoscenza di ciò che ci lega gli uni gli altri? Questa domanda  desta in me sempre molta curiosità e per questo di tanto in tanto vado alla ricerca di una risposta. Sono convinto che ci sia qualcosa di più della semplice connessione virtuale, qualcosa di più reale e concreto. Una rete altrettanto invisibile e creativa che ci tiene uniti gli uni agli altri, dando forma a tutte le nostre aspirazioni. IL CANTO DEL SILENZIO Il “silenzio” della natura mi dà sempre delle “indicazioni” inaspettate che sanno rinvigorire il mio cuore e la mia creatività. Dopo un lungo periodo di lavoro ininterrotto, di comunicazione sociale e social, mi prenderò una pausa per ascoltare il canto silenzioso della natura. Il bisogno di contattare la mia più intima interiorità mi chiama con forza. Sono certo che presto nasceranno nuove e pazze idee… Per qualche giorno mi allontanerò da tutto ciò che è online e mi sintonizzerò sulle frequenze primaverili. Tu, di tanto in tanto, hai bisogno di immergerti nella natura? Leonardo Capitanelli

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Un venerdì per ascendere

Una nuova opportunità è pronta per noi. Oggi è doveroso scrivere un breve, ma significativo articolo. Nessuna parola di troppo, nessuna frase ad effetto; solo una breve riflessione. “Datti una nuova opportunità!” Che tu sia credente o ateo, sappi che oggi è il giorno dei nuovi inizi; perché se un Uomo è stato disposto a “compromettere” la sua Vita per Te… TU HAI IL DOVERE DI CREDERE IN TE STESSO E DONARTI UNA NUOVA POSSIBILITÀ  Dietro ogni problema c’è un’opportunità Galileo Galilei

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IL MIO VOLO

Ero entrato nel bosco per parlare con le aquile. Avevo chiesto loro se l’indomani avessero potuto sorreggermi. Non era barare. Io mi sarei tuffato davvero e con il loro consenso… mi avrebbero sorretto prima dello schianto.  Se non avessero voluto, il destino avrebbe fatto il suo corso. Non sapevo se avessero capito il messaggio. Tanto è vero che mi risposero per le rime, cercando di attaccarmi e “beccarmi in testa”. Per di più, una di loro affondò i suoi artigli nelle mie spalle. Un male infinito. Probabilmente insignificante rispetto a quello che avrei dovuto partire il giorno seguente. Beh… mi attendeva una grande sfida e avevo paura. Immensa paura. La notte continuai a pregare e a preparare il mio trapasso nell’aldilà.  Solo all’alba mi addormentai. Tempo di chiudere occhio e fui svegliato dal Capo di Volo. Era giunto il momento.  Così mi ritrovai davanti al precipizio. Ad un passo dalla mia fine. Saltai. Furono attimi interminabili quelli che intercorsero tra la cima e il suolo. Sentivo l’aria scorrermi addosso e la velocità di caduta sempre più alta. Vedevo la mia vita scorrere e contavo i secondi che mi rimanevano: “Tre, due, uno”… Fshhhhhhh!! Ero vivo; in piedi, al suolo; stretto nella morsa degli artigli di un aquila. La stessa che mi ferì il giorno precedente. Capii perché lo aveva fatto. Il suo intento non era farmi del male, bensì stampare su di me delle concavità, così da potermi afferrare con più sicurezza. Ero riuscito a convincerla ad aiutarmi.  La prova però non era ancora vinta, non stavo volando. La mia amica mi prese sul “groppone” e in men che non si dica spiccò il volo. Arrivammo all’altezza della cima, da dove ci eravamo lanciati, e iniziammo a volteggiare a testa in giù.  Vedevo gli occhi degli ufficiali sbalorditi. Io, il piccoletto, il fifone, avevo vinto la paura. Avevo superato la prova, come mai nessuno prima. E quello non era barare… avevo usato le mie doti, la mia intelligenza. Sì, esatto… non posso affermare che nella mia vita ho sempre saltato seguendo la sola spinta del cuore. Spesso non ho saputo affrontare le paure di petto e sono dovuto ricorrere a delle tecniche, a dei metodi per risolvere i miei blocchi. Ho scavato a fondo per scoprire le qualità che mi sono state affidate e cercato quelle più preziose. L’intelligenza è una di queste e pertanto ho deciso di utilizzarla per superare le mie prove. Te lo saresti immaginato? Leonardo Capitanelli

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Una storia infinita per sognatori volanti

Non voleva volare! Aveva scelto di ritirarsi in disparte; d’un tratto la paura si era fatta avanti e l’entusiasmo era scomparso. No, quello non era più il giorno fantastico in cui tutto avrebbe avuto inizio; quello era l’inizio della fine. Il sogno tanto sperato si era spento; non faceva più per lui. Anni di sacrifici buttati al vento…  “Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla […] e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebe torto, lui o io?” Da “Il Piccolo Principe” Una stella sola in cielo. Le altre sembravano nascondersi nel buio; come lui. Il giorno seguente avrebbe dovuto fare il primo lancio nel vuoto; il primo tentativo di volo. Fin da bambino aveva sognato di volare e ora, dopo anni di addestramento era giunto il suo momento.  Da una settimana sentiva dentro una strana sensazione, come una forte paura che lo bloccava al terreno. Tutte le esercitazioni fatte negli ultimi tempi erano andate proprio male: 3 schianti al suolo e 2 atterraggi di fortuna. L’unica consolazione era che il simulatore aveva settato delle condizioni meteo super-avverse, mentre il giorno seguente (nella realtà) ci sarebbe stato un tempo ottimale. Tuffarsi da un precipizio, sfruttando la sola propria energia, senza alcun supporto tecnico, nessuna tuta alare, nessun paracadute, lasciava un po’ di panico anche ai più esperti; figuriamoci ad un ragazzino al primo volo. Ma quelle erano le regole: “Se vuoi volare, devi vincere ciò che ti tiene in gabbia. La più grande prigione è la tua paura; quindi o la vinci subito oppure ti ritiri”. Gli anziani dicevano che loro, i giovani, erano fortunati. Oramai le esercitazioni venivano fatte al simulatore, mentre una volta si utilizzavano mezzi rudimentali, come i tuffi nel vuoto da diverse altezze (da un metro, due metri poi, tre successivamente e via via fino ai 400 mt). Da un secolo a questa parte nessuno si era più ritirato nel giorno dell’iniziazione. Tutti si lanciavano. Lui però non ne voleva saperne e durante la notte non chiuse occhio. Pensava e ripensava al miglior metodo per sottrarsi alla prova, senza essere deriso dai compagni. Esimersi dal tuffo significava perdere stima in sé stesso, esclusione dal gruppo, derisione a vita. Sarebbe stato etichettato come lo “sfigato”. Il futuro che si stava prospettando davanti a lui non era incoraggiante affatto; ma forse era migliore di un eventuale caduta al suolo. Di morire non ne voleva sapere. Meglio una vita mediocre che uno schianto fatale in giovane età. I pensieri viaggiavano veloci nella sua mente e fu costretto a camminare per rilassarsi. Si inoltrò nel bosco nel tentativo di distrarsi e abbandonare quelle benedette paure. Per ore vagò senza sosta… Chiuse gli occhi quando all’alba. Non fece in tempo ad addormentarsi che fu svegliato dal Maestro di Volo. L’ora era giunta.  E per di più lui era il primo a doversi gettare. “Ehi, pigrone! Forza vieni qua. Hai soli 10 secondi per saltare. Se ti tiri indietro sarai allontanato dalla nostra comunità, se salti e sopravvivi continuerai il percorso di studi nell’Aviazione. Se muori… beh in quel caso i tuoi problemi sono finiti. A te la scelta.” Fu così che in pochi secondi si trovò ad un passo dal precipizio; ad un centimetro tra la terra e l’aria, tra l’inclusione e l’esclusione, tra la vita e la morte. Il vento spirava più forte del dovuto e il meteo non prometteva bene. Il respiro si fece affannoso e il cuore iniziò a battere come un tamburo impazzito. Quello era il suo momento; il momento decisivo… Sei arrivata/o leggere fin qui… grazie davvero! Ora sai che quel volo sei tu a doverlo fare, quel personaggio sei tu. E allora non sei più tu il lettore, ma io. Pertanto voglio sapere: Cosa hai fatto alla fine? Ti sei buttata/o o no? Fammi sapereeee!!!! Sono troppo curioso! < p style=”text-align: right;”>Leonardo Capitanelli

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Le mie 10 note dell’armonia

Non è forse vero che abbiamo bisogno di armonia? Quando i pensieri viaggiano liberi, quando il corpo è in salute, quando lo spirito rifulge, ci sentiamo melodici. Per rendere possibile tutto questo è necessario scegliere le giuste note. Io ne ho 10! UNA SETTIMANA PER L’ARMONIA Per una settimana abbiamo parlato di accordi, di musica e di armonia. Ci siamo concentrati, insieme, sul generare una melodia per la quotidianità. Ogni giorno, sul mio canale Telegram “Coltiva e Ispira”, ho cercato di intonare con voi uno splendido “canto”. Far suonare il proprio corpo e risuonare gli intenti con quelli altrui è una grande sfida. Si gioca molto sui semplici buoni propositi giornalieri. Giungere alla vetta è questione di volontà e pazienza. Le giornate sono piene; per tutti. Nessuno è esente da impegni e da piccole-grandi opere. Spesso la lista delle cose da fare è talmente lunga da dimenticarci di respirare, di dare voce alla nostra anima. ARMONIA A RISCHIO Da 3 anni, ormai, svolgo in contemporanea tre lavori e in più mi dedico volontariamente in attività non lucrative. Dal mattino presto fino a notte fonda, sono molteplici gli incarichi che decido di prendermi. Tante responsabilità, tante opere. Il tempo spesso si fa tiranno e sembra mangiarti tutto, fino a non distinguere un giorno dal successivo. Non capita anche a te? Sono certo che sai di cosa sto parlando, perché anche tu sei, sicuramente, super-impegnata/o. Quante volte avrai avuto voglia di urlare o piangere perché ti sentivi uno strumento scordato, distante da te stessa/o? In quei momenti, so bene, che è difficile pianificare un percorso di rilassamento, perché non c’è possibilità né tempo. A volte la vita è disarmonica. 10 NOTE PER SUONARE BENE OGNI GIORNO  Da ricercatore, quale sono, ho sperimentato diversi metodi per ritrovare l’armonia, la serenità e quindi le idee e il tempo per fare tutto; anche meglio di prima. Visto che mi sono già dilungato abbastanza, ti faccio solo un riepilogo di quelle che sono le mie note armoniche. Se vorrai saperne di più, scrivi un commento in fondo all’articolo, così potremo confrontarci insieme: Praticare Kung-Fu e Tai-Chi-Chuan ogni giorno (anche solo per qualche minuto) Pregare in auto mentre sono in viaggio verso l’ufficio Camminare 5 minuti durante la pausa pranzo Rinunciare a qualche spuntino o pasto di tanto in tanto Respirare 30 secondi appena alzato Ritardare di qualche minuto alcune commesse (quando possibile e rispettoso) Leggere un messaggio giornaliero confortante Scrivere un pensiero quotidiano di max 5 righe Ascoltare 5 minuti s una bella canzone Meditare 1 minuto sul Vangelo del giorno o su una frase presa da un testo sacro. MUSICISTA ANCHE TU Tutto questo mi riporta a suonare dentro e risuonare con i miei “prossimi” (colleghi, familiari, amici, conoscenti, collaboratori…). Sono certo che anche tu hai i tuoi metodi e sarei curioso di conoscerli… Cosa fai tu per ritrovare l’armonia? Leonardo Capitanelli

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