Amabile, un titolo che non viene “dato” più. Quanto siamo abituati ad etichettare oggigiorno. Lo facciamo al lavoro, sui social, in famiglia. Ognuno di noi ha una caratteristica etichettabile o hashtaggabile. Gli standard sociali ci hanno vincolato a questo: dobbiamo definirci. In queste definizioni finiamo di essere sempre un po’ statici. Amabile esce fuori da questi schemi…
Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante(*)
San Pio
ETICHETTE E CONVENZIONI
Le convenzioni vogliono che ad una grande libertà d’espressione corrisponda altrettanta necessità di categorizzare. Solitamente le etichette si associano ad un prodotto da vendere. Infatti siamo tutti un po’ troppo “vendibili” e poco amabili.
Con un titolo sulle spalle, con un’etichetta in testa, tutto risulta più semplice. Si annullano le mezze misure, o si è dentro o si è fuori. Come in un archivio: ciò che è raccolto è utile; ciò che è svolazzante è inutile. Non sono ammessi fogli un po’ ordinati e un po’ no.
AMABILI E DINAMICI
Ci si toglie di tante responsabilità così. Perché ciò che conta è che sia tutto già pronto: ordinato e giusto; l’ordinabile non è contemplato, l’aggiustabile scartato. Meglio far morire il superfluo, bruciarlo e ripartire da zero. Guai ad essere amabili! Chissà mai che ci venga in mente di affezionarci; sia mai che ci venga in mente di sporcarci le mani in un caso impossibile. Essere amabili implica dare al prossimo aggettivi dinamici, modificabili, utili.
Essere amabili; implica l’entrata in gioco dell’amore. L’amore è scomodo impone divieti dinamici. Non puoi lavartene le mani, sbarazzarti del disordine, liberarti dello scomodo con un semplice “Chi se ne frega!”.
La logica dell’etichetta. La logica statica e aggettivizzante è un metodo tutt’altro che sciocco; è intelligente e moderno. Semplice, rapido, interconnesso! Si arriva subito alla meta; attraverso qualsiasi mezzo. Ma questa logica è tanto fredda quanto basilarmente errata. Un insieme di funzioni che dà vita ad un paradigma dove tutti diventano scaricatori di responsabilità, difensori di sé stessi e difficilmente affidabili.
UN TITOLO CHE VALE DA SÉ: AMABILE
Amabile. Senti come suona bene?
Immagina se al lavoro le persone si facessero amare. Se a casa fossero tutti disponibili. Se gli amici fossero affettuosi anche nelle dispute. Se gli “amanti” fossero dolci anche quando le cose non vanno. Se i conoscenti si rispettassero davvero. Se gli sconosciuti si lasciassero salutare senza voltare la testa da un’altra parte. E sopratutto, se noi ci lasciassimo Amare!
In questo periodo c’è un Amore a noi più grande che vuole plasmare il nostro Cuore. Un immenso Amore che ogni giorno ci avvolge, che ci chiama, che ci supporta, che ci scalda, che ci vuole convertire a questo modo di vivere.
Facciamo uno sforzo io e te: crediamoci davvero! Senza aspettare che gli altri lo facciano, apriamo, ORA, l’animo a questa possibilità di cambiamento. Facciamo sì che da oggi possiamo essere trasformati in esseri amabili. Il Natale è “qui” per questo!
Che ne dici, ci proviamo?
Leonardo Capitanelli
*San Pio diceva: “Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante. Ah, chi non vede, mia buona figliuola, il caro piccolo Bambino di Betlemme, all’avvento del quale ci andiamo preparando, chi non vede, dico, essere il suo amore per le anime incomparabile? Egli viene per morire al fine di salvare, ed è sì umile, sì dolce e sì amabile.”