Dare tutto: un compito per i più coraggiosi

Dare tutto senza riserva. Ci vuole coraggio, mica è una roba da poco! Il lavoro, le passioni, i progetti ci chiedono tanto, a volte tutto. Una dose di forza, volontà, pazienza fuori dal comune. E le sfide quotidiane, poi, sono spesso insolite. Non c’è il tempo di apprendere tutto, di avere un quadro lucido della situazione. Allora si giunge al bivio: continuare o tornare indietro. Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere Albert Einstein Dare! Avere? Quando si ha a che fare con il lavoro, con le passioni, con i progetti non ci si può svincolare dalla logica del dono. L’atto di dare è qualcosa di prettamente vincolato all’opera umana. Qualsiasi sia il compito che abbiamo in mente di svolgere, possiamo stare certi che abbiamo il dovere di lasciare qualcosa di noi. E quando si parla di lasciare, si intende esattamente l’atto di donare. Dare qualcosa senza pretendere nulla in cambio. In ogni piano, progettuale, economico, finanziario o personale che sia,  deve (dovrebbe) essere previsto un periodo di offerta al “mondo”: i giorni del dono. Occorre sapere di essere vincolati al dare. Il sistema di pensiero attuale ci lega indissolubilmente alla logica del “do ut des”; quando invece dovremmo esserne solo parzialmente condizionati. Se c’è una legge certa, è quella del dare. L’avere rimane incerto e, come il futuro, si costruisce partendo dall’approccio presente. Sapienza, bravura e coraggio L’incertezza pone l’avere su un piano in cui nemmeno i sapienti hanno completo accesso. Affermare di sapere qualcosa che non puoi conoscere è un atto di falsità. La bravura nell’apprendere dalla vita ci pone su di un piano di privilegio, perché ci consente di delineare alcuni punti di vantaggio che nel tempo potranno restituire degli ottimi risultati. In un certo senso, lo studio può agevolarci nell’ottenimento di ciò che vogliamo. Ma non basta… l’avere rimane comunque incerto. Potresti aver fatto tutto quello che sai, tutto quello che hai appreso eppure le cose non quadrano, i conti non tornano, i risultati positivi non si ottengono. Quindi rischiare, continuare, riprovare, sperimentare, studiare ancora o tirarsi indietro? Qui entra in scena il coraggio; il coraggio che investe sulla possibilità e meno con la probabilità (perché la speranza è l’ultima a morire). Il coraggio garantisce che nel nostro serbatoio interiore ci sia un riserva “infinibile” di energia: l’ottimismo. Il coraggio prenota, in anticipo, un posto per te in prima fila, dove potrai gustarti lo spettacolo: la tua avventura! Al coraggio non importa del risultato, non ne tiene poi così conto, esso osserva la situazione presente e si proietta al futuro, al momento in cui tu ce l’avrai fatta! Dare tutto Essere presenti ora e proiettarsi verso un futuro migliore, implica dare tutto di te. Non può essere diversamente! Se ti fermi, lo fai per riprendere fiato, forza, pace, serenità e ripartire poi; se insisti è perché sai che ancora non è detta l’ultima parola; se lasci è perché hai capito che devi cambiare strada. Ma crederai sempre di poter fare meglio e di più; pertanto non potrai lasciare niente al caso. Mente, cuore, corpo e animo tutti concentrati sull’obbiettivo. Darai tutto di te. In cambio? Chi ti deve qualcosa in cambio per quello che hai fatto? E se fossimo noi stessi a doverci concedere qualcosa in cambio…magari un “sono fiero di me“….

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Un Titolo che vale da sé: “Amabile”!

Amabile, un titolo che non viene “dato” più. Quanto siamo abituati ad etichettare oggigiorno. Lo facciamo al lavoro, sui social, in famiglia. Ognuno di noi ha una caratteristica etichettabile o hashtaggabile. Gli standard sociali ci hanno vincolato a questo: dobbiamo definirci. In queste definizioni finiamo di essere sempre un po’ statici. Amabile esce fuori da questi schemi…  Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante(*) San Pio ETICHETTE E CONVENZIONI Le convenzioni vogliono che ad una grande libertà d’espressione corrisponda altrettanta necessità di categorizzare. Solitamente le etichette si associano ad un prodotto da vendere. Infatti siamo tutti un po’ troppo “vendibili” e poco amabili. Con un titolo sulle spalle, con un’etichetta in testa, tutto risulta più semplice. Si annullano le mezze misure, o si è dentro o si è fuori. Come in un archivio: ciò che è raccolto è utile; ciò che è svolazzante è inutile. Non sono ammessi fogli un po’ ordinati e un po’ no. AMABILI E DINAMICI Ci si toglie di tante responsabilità così. Perché ciò che conta è che sia tutto già pronto: ordinato e giusto; l’ordinabile non è contemplato, l’aggiustabile scartato. Meglio far morire il superfluo, bruciarlo e ripartire da zero. Guai ad essere amabili! Chissà mai che ci venga in mente di affezionarci; sia mai che ci venga in mente di sporcarci le mani in un caso impossibile. Essere amabili implica dare al prossimo aggettivi dinamici, modificabili, utili. Essere amabili; implica l’entrata in gioco dell’amore. L’amore è scomodo impone divieti dinamici. Non puoi lavartene le mani, sbarazzarti del disordine, liberarti dello scomodo con un semplice “Chi se ne frega!”. La logica dell’etichetta. La logica statica e aggettivizzante è un metodo tutt’altro che sciocco; è intelligente e moderno. Semplice, rapido, interconnesso! Si arriva subito alla meta; attraverso qualsiasi mezzo. Ma questa logica è tanto fredda quanto basilarmente errata. Un insieme di funzioni che dà vita ad un paradigma dove tutti diventano scaricatori di responsabilità, difensori di sé stessi e difficilmente affidabili. UN TITOLO CHE VALE DA SÉ: AMABILE Amabile. Senti come suona bene? Immagina se al lavoro le persone si facessero amare. Se a casa fossero tutti disponibili. Se gli amici fossero affettuosi anche nelle dispute. Se gli “amanti” fossero dolci anche quando le cose non vanno. Se i conoscenti si rispettassero davvero. Se gli sconosciuti si lasciassero salutare senza voltare la testa da un’altra parte. E sopratutto, se noi ci lasciassimo Amare! In questo periodo c’è un Amore a noi più grande che vuole plasmare il nostro Cuore. Un immenso Amore che ogni giorno ci avvolge, che ci chiama,  che ci supporta, che ci scalda, che ci vuole convertire a questo modo di vivere. Facciamo uno sforzo io e te: crediamoci davvero! Senza aspettare che gli altri lo facciano, apriamo, ORA, l’animo a questa possibilità di cambiamento. Facciamo sì che da oggi possiamo essere trasformati in esseri amabili. Il Natale è “qui” per questo! Che ne dici, ci proviamo? Leonardo Capitanelli *San Pio diceva: “Il tuo zelo non sia amaro, non sia puntiglioso; ma sia libero da ogni difetto; sia dolce, benigno, grazioso, pacifico e sollevante. Ah, chi non vede, mia buona figliuola, il caro piccolo Bambino di Betlemme, all’avvento del quale ci andiamo preparando, chi non vede, dico, essere il suo amore per le anime incomparabile? Egli viene per morire al fine di salvare, ed è sì umile, sì dolce e sì amabile.”

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L’AVVENTURA DI SCOPRIRE SÉ STESSI

L’avventura di scoprire sé stessi; un’arte, una danza, un viaggio all’interno di noi. Parte dal giorno in cui nasciamo e prosegue oltre la nostra morte. Prende tutto di noi questo percorso: il pensiero, le emozioni e persino il corpo. Ogni avventura è unica e avviene secondo differenti tappe. Oggi, una piccola sorpresa mi ha ricordato le mie… La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi. Hermann Hesse UN RACCONTO VERO Ritrovo un piccolo foglio di carta; è lì da tempo, dentro ad uno dei miei cassetti. Insignificante e un po’ accartocciato, se ne sta quieto nell’attesa che lo estragga. È stato in silenzio per lungo tempo e ora ha qualcosa da dire. Il suo modo per divulgare le “cose” non è chiassoso, è semplice e pacato. Non ha bisogno di mostrarsi per quel che non è; lui è un piccolo foglio bianco. Prendo i colori. Non i colori qualsiasi, ma i gessetti colorati. Cosa c’entrano i gessetti colorati con un foglio bianco di carta? Nulla. Eppure nella mia spontaneità c’è qualcosa che li accomuna. Lascio che il bambino interiore guidi la mano e lentamente coloro gran parte del foglio. In men che non si dica, risalgono alla mente ricordi lontani, di un passato tanto prossimo quanto doloroso. Difficile accettare alcuni momenti. Li vorrei cancellare e invece sono ancora vivi. Visto che è così… li voglio colorare. Voglio prenderli tutti insieme e farne un mix di colori. Vengono alla luce  queste frasi: “Un piccolo foglio, per altro nascosto. Un piccolo foglio che avevo riposto. Un piccolo foglio che conta davvero. Un piccolo foglio che sembra sincero”. La sincerità di un foglio trasparente. Quante fragilità si celano dietro il mio piccolo cuore; eppure posso colorarle con un po’ di amore… amore per me stesso. AVVENTURA: LE COSE CHE ACCADRANNO  Nel cammino alla scoperta di sé, si inciampa in tanti ostacoli; avvengono le cadute. Il terreno impervio su cui ci muoviamo, non ci consente una deambulazione agevole. Ancora non sappiamo volare e dobbiamo adattarci a questa condizione. Andare all’avventura, ovvero andare incontro alle cose che accadranno, è un mestiere per i coraggiosi. Ci vuole tanto coraggio per scoprire sé stessi. Avventurarsi dentro si sé è un gioco tanto divertente quanto spaventoso; non sai mai chi incontrerai; non è mai cosa scontata! Un po’ come nei videogame di avventura (appunto), più scendi nella profondità e più trovi il mostro “Grande”. Più cresci di livello,  più affronti “esseri” Giganteschi. Ci si potrebbe fermare allora, smettere di camminare, tirarsi indietro. In tanti lo fanno, molti si cimentano in queste scelte. Ma se devo vivere una vita di rimorsi per non averci provato, preferisco buttarmi nella mischia e dare il meglio che posso. Anche se a volte mi spaventa; io amo l’avventura. D’altronde basta un piccolo foglio bianco per risanare il nostro passato, per ridare colore alle cose che contano e aumentare l’amore verso te stesso. Eh tu… ami avventurarti in te stesso? Leonardo Capitanelli Continua a seguirmi!   Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 2.0 Italia  

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SILENZIO E PREGHIERA

Avrei dovuto annunciare una bella novità, ma gli accadimenti di questa notte a Corinaldo lasciano spazio solo alla preghiera, al cordoglio. Per questo fine settimana sospendo i canali social, la newsletter e il blog nel rispetto delle vittime, dei feriti e dei familiari tutti.   Leonardo Capitanelli  

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