Il tema del viaggio è caro a tutti voi. Nelle ultime mail, mi avete raccontato dei viaggi che vorreste fare, di luoghi che vorreste visitare. Ebbene, oggi parleremo del viaggio; un viaggio un po’ particolare. Avevo solo 18 anni quando decisi di compierlo. Ero sull’orlo del baratro e pensavo che di lì a poco sarei caduto. La vita sembrava avermi già dato tutto e invece… mi stava preparando il trampolino di lancio.
“La vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”
Lorenzo Jovanotti
UN SOGNO: IN VIAGGIO PER IL MONDO CON IL MIO TALENTO
Possibile che ad un passo dal professionismo, dovessi smettere di giocare a calcio?
Sì, era più che possibile.
Avevo solo 18 anni e credevo che la vita mi avesse dato tutto. Ero convinto che non ci fosse molto altro da scoprire. In cuor mio sentivo che la ricerca si era conclusa. Il sogno più grande che avessi mai avuto si era spento. Un problema alle gambe, incurabile, aveva posto fine alla mia corsa. Non potevo più afferrare a morsi la vita.
Tutto quello che mi era stato donato, come talento naturale, in poco meno di un anno scomparve. Le forze che da sempre avevo in corpo, non c’erano più. La passione che per 13 anni mi aveva distolto dalle droghe, dall’alcol, dalle stronzate in genere, ora mi si stava risvoltando contro. Una coltellata talmente profonda che aveva spento anche la gioia di vivere.
LA REALTA’: IN VIAGGIO PER LE CLINICHE IN CERCA DI UN RIMEDIO
Viaggiai a destra e a manca, per trovare una soluzione. A quanto pare però, soluzione non c’era. Le mie gambe avevano misteriosamente smesso di “pedalare”. Nessuna causa, nessuna spiegazione, un’unica conseguenza: il mio corpo non voleva più correre.
Ne avevo abbastanza di tutto. Credevo che non ci fosse alternativa per me, dovevo smettere di fare tutto ciò che mi era sempre piaciuto. Forse mi rimaneva da vivere una vita mediocre; una banale vita mediocre (quanto mi sbagliavo a pensarla così).
Così mi bloccai, fermo sulla mia quotidianità. Le giornate passavano identiche. Fissavo spesso il vuoto, immobile sul mio letto, che era diventato un vero supporto per la mia schiena.
All’apparenza tutto sembrava stopparsi. In realtà, per quanto la vita me la stava facendo grossa, c’era un universo intero che si stava muovendo in mio soccorso.
LA SVOLTA: IL VIAGGIO IN UN AUTOBUS
L’esistenza fu molto fantasiosa. Stavo aspettando un rimedio per le mie gambe, un dottore con i controco….ni che le ripristinasse e invece, in quel periodo fu un autobus a salvarmi la vita. Sì, proprio un autobus.
Quasi ogni giorno nel tornare a casa, da scuola, parlavo con un mio amico. Lui mi fece venire in mente una pazza idea. Una cosa che non facevo più da 8 anni… poteva essere quella la svolta?
Su quella breve “corsa” di soli 45 minuti da Senigallia ad Arcevia, trovai la forza per dire a me stesso “c’è un’altra possibilità”. Presi coraggio e partii…
LA SCELTA: UN VIAGGIO A RITROSO, DIREZIONE KUN-LUN
Fu la più grande scelta che avessi mai potuto fare… il più bel viaggio che avessi mai potuto fare…
Vorreste sapere di che viaggio si è trattato?
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Leonardo Capitanelli