Il povero coltiva.

Da sempre, nello scenario comune, al povero viene associata la figura del contadino. Un po’ come se povertà e lavoro nei campi fossero necessariamente legati.

Cosa c’è di più ricco del coltivare? Nulla!

“Il primo uomo fu un agricoltore, e ogni nobiltà storica riposa sull’agricoltura”

Ralph Waldo Emerson

Chi coltiva ha tra le mani l’arma più potente del mondo: il seme. Il seme è simbolo di nascita, il seme è simbolo di vita, il seme è simbolo di fioritura, il seme è simbolo di forza.

Coltivare significa immergersi nel mistero: il seme deve morire, la terra deve accoglierlo; il seme deve trasformarsi, la terra deve nutrirlo; il seme deve crescere, l’ambiente deve permetterlo.

Condizioni interne ed esterne si intersecano in un tutt’uno magico e alchemico. Nessuno sa veramente quanti frutti porterà quel piccolo granello di vita; quel semino.

Se c’è un segreto che ho compreso è che se ti senti povero di qualcosa, povero in qualcosa… è lì che inizia davvero il tuo processo di realizzazione. Bisogna passare per l’incertezza e per il mistero dell’abbandono per abbracciare qualcosa di più grande.

“Occorre saper far gettito della propria vita per trovarla”

Carlo Maria Martini

“Tu hai delle aspirazioni?”

Se sì, prendi un minuto di tempo per rispondere a questo questionario: COLTIVA E ISPIRA (CLICCA QUI)

Ti accorgerai che le tue carenze alimentano le tue motivazioni

Leonardo Capitanelli

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