Tanto tempo fa viveva un essere umano davvero speciale.

Tutte le cellule del suo corpo cooperavano in maniera simultanea e armonica, tanto da risultare un complesso perfetto. Un giorno però alcune cellule del cuore iniziarono a fare dei capricci e ad essere invidiose dei  neuroni.

Perché i neuroni erano intellettualmente superiori?

Stanche di essere tanto sentimentali e poco intuitive, diverse cellule del miocardio decisero di emigrare nel cranio. Arrivate a destinazione studiarono le capacità dei “nemici” (i neuroni), analizzando nel dettaglio ogni loro caratteristica. Appresi i segreti tornarono a casa.

Arrivate al cuore, avviarono una nuova attività di calcolo. “L’impresa” venne sviluppata in modo accuratissimo e ben presto iniziò ad avere molti “clienti e followers”. Il cuore si trasformò in un cervello vero e proprio.

L’essere umano non aveva più il cuore; o meglio, lo aveva ancora ma funzionava a rilento. Il poco afflusso di sangue agli altri organi fece sì che tutti iniziarono a stare male e presi dallo scontento generale organizzarono una sorta di rivolta.

L’organismo era andato in palla, gli equilibri erano rotti. Il sangue a disposizione cercava di farsi in quattro per accontentare tutti: dare i giusti nutrimenti, portare in magazzino le riserve alimentari, aiutare ad eliminare le scorie… I suoi sforzi, però, non bastarono. Il corpo oramai era malato seriamente; la soglia era stata superata. Non c’era via di ritorno.

Questa storiella ci riguarda molto da vicino: le cellule siamo noi.

Molte volte non ci accorgiamo di essere dei pezzi unici di un puzzle ancora più grande; uno speciale organismo universale. Abbiamo tanti talenti, ma spesso crediamo che siano inferiori a quelli degli altri. Così iniziamo ad imitare e de-naturalizzarci. Non c’è niente di male nel prendere esempio dal prossimo, ma la nostra unicità deve rimanere tale e non essere infangata da falsi sentimenti.

Un Cuore è unico, perché dà ritmo e sostanze alla vita. Un Cervello è unico, perché dà intelligenza ed estro alla vita.  Anche noi possiamo essere più cuore o più cervello; essere più sentimentali o più intuitivi. Non importa a cosa siamo più predisposti, l’importante è mettere tutto noi stessi in ciò che facciamo.

Oggi tante persone cercano di imitare qualcun altro, perché non hanno abbastanza a cuore loro stesse. Forse non c’è stato qualcuno che le abbia valorizzate per cosa sono veramente. Questo è un grande problema…

Probabilmente non c’è soluzione a questo disagio, ma… #ioascolto, perché tu sei speciale.

Su dimmi, che in fondo lo sai… Cosa sei, tu, di speciale?

Leonardo Capitanelli

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