“Andare a vedere con i propri occhi …”
Sto viaggiando in terre inesplorate.
Che bello “volare nel blu, dipinto di blu”. So che questa nuova esperienza ha qualcosa da dirmi e come ogni volta, mi metto in silenzio, in ascolto di quello che è stato prospettato per me.
Quando sei in viaggio, ti lasci cullare. Non c’è solo un areo, un bus, una macchina che ti trasporta a destra e sinistra; bensì c’è tutto un mondo che si mobilita per te. Tante novità preparano il tuo soggiorno e non attendono altro che tu passi accanto per svelarsi nella loro essenza.
Viaggiare ti fa toccare con mano “l’altro”, “il diverso”, “il prossimo”. Ti fa vivere quell’istante di indissolubile fratellanza tra te e ciò che ti circonda.
Avere il coraggio di sconfinare, di andare un po’ più in là, consente di dare la giusta misura alle cose, di svelare la verità, di non pre-giudicare, di toccare con mano ciò che è, di comprendere.
“Andare a vedere con i propri occhi per capire a fondo la situazione” (principio 12: genchi genbutsu, TOYOTA WAY)
Mentre rifletto su tutto questo, vedo il mio riflesso sul finestrino e mi domando… “Chi è quello?”. Se non sapessi di essere “me stesso”, se non avessi intrapreso la Via, se non fossi andato a vedere con i miei occhi, se non avessi sconfinato oltre l’apparenza… a quest’ora avrei sentenziato così: “Quello è un classico musone, antipatico, asociale pensatore che sa tutto lui, ma non conosce il mondo”.
Andare a conoscere un nuovo territorio, una nuova cultura, un nuovo ambiente direttamente “sul posto” è uno dei fondamenti essenziale per conoscere sé stessi.
Ecco perché amo viaggiare: mi fa andare all’essenza delle cose, mi fa comprendere il prossimo e di rimando svelare aspetti del mio animo mai conosciuti prima.
Se non andassimo a vedere direttamente “sul luogo”… cosa ne potremmo sapere di tutto questo?
Continuate a seguirmi!