“Ebbene sì! Sono proprio io”.
“Chi ti aspettavi di vedere, la fata turchina forse? Andiamo che non ho tempo da perdere. Ti devo portare dove sai. Non aspettarti un viaggio andata-ritorno. Per il Centro della Terra c’è una sola direzione”.
Per dindirindina se suonavano rombanti quelle parole. Sembrava che si dovesse per forza scomparire sotto il manto terrestre. I patti però non erano quelli.
“Ma perché proprio oggi, non saremmo dovuti andare nel futuro? Si è accorciato il tempo forse? E per quale motivo dovrei venire per forza? Avevo solo detto che mi sarebbe piaciuto, non ti ho garantito nulla!”
“Non provare a protestare, altrimenti ti ci lancio dentro la terra, altro che viaggio comodo con la TrivelBus”
“E tu chiami comodo un viaggio dentro ad una trivella!? Fa un rumore talmente forte che abbiamo bisogno delle cuffie per resistere!”
“Senti… sei sordo come una campana e ti lamenti per il rumore!? Non so se ti ricordi che sei alla fine della tua vita e se non partiamo ora, può darsi che questo viaggio tu non lo faccia mai più”
Luca e Gino avevano fatto un patto. Sulla regolarità di questo patto non staremo qui discuterne. I due dovevano fare un viaggio al centro della terra. Jules Verne affermava che ci fosse un mondo dentro al mondo. Una vita sotto la vita. E da buoni curiosoni come erano, questa affermazione doveva essere comprovata. Inoltre un certo Thomas, ragazzo americano amico di Luca, asseriva con certezza assoluta che gli alieni vivessero sotto terra: “La Terra Cava non è una storiella per i creduloni”. I due amici, o meglio i due strambi amici (visto che Luca aveva 26 anni e Gino 83), si adoperarono per scendere fin dentro i meandri del pianeta. Secondo Luca a Gino avanzavano pochi anni di vita e non bisognava sprecare del tempo utile, bisognava partire subito. Gino al contrario iniziava a mostrare meno interesse per l’avventura, d’altronde il suo viaggio (o meglio la sua vita) stava per concludersi e di partire per uno nuovo non ne aveva più voglia. Ma oramai ciò che era stato detto era stato detto, quindi… si va!
Le trivellazioni iniziarono anzitempo. Un bel lavoretto quello lì! Scavare per kilometri e kilometri non è una cosa che si fa tutti i giorni! I macchinari erano stati acquistati su di un sito online, un certo Ammazzaoh.it, dove negli ultimi tempi si potevano trovare marchingegni di tutte le tipologie. Si diceva che dopo la 5a rivoluzione industriale tutti i materiali inutili dovevano essere trasformati in qualcosa di innovativo. Di certo la TrivelBus non era stata certificata da nessun ente né testata da alcuna università mondiale. Si poteva pensare piuttosto che fosse stata prodotta nelle isole Mauritius che, dopo lo sviluppo delle SkyIsles (Le isole del cielo) e il surriscaldamento globale, erano diventate la “fotocopiatrice” industriale, sul modello della Cina del 21esimo secolo. Chissà se Luca, con la sua esperienza nel campo della meccanica (era un Ingegnere affermato nonostante la giovane età) aveva provveduto lui stesso ad appurarsi che il tutto funzionasse a puntino. Ma di questo ne dubito, visto che effettuò l’acquisto in soli 30 secondi, giusto il tempo di scegliere la livrea più adatta. Gino si fidava ciecamente del suo giovane amico e pensò bene che non c’era ragione di preoccuparsi, Luca sapeva il fatto suo. Così senza troppe domande né risposte alle 5.30 del mattino del giorno 23 Maggio 3003 partirono per un viaggio intra-planetario il Sig. Gino Mulinello di anni 83 e Luca Pastura di anni 26 (dai nomi si potrebbe pensare ai due compagni come esperti di pesca, ma vi posso assicurare che la loro esperienza in ambito ittico era più che scarsa).
La TrivelBus iniziò i suoi scavi con l’intento di giungere il prima possibile al centro della terra e tornare fuori. Anzi no, rimanere al centro della terra. Il viaggio non prevedeva un ritorno. Sola andata. Beh certo che a dirla in questo modo, viene da credere che Gino avesse tutte le sue buone ragioni per essere restio al viaggio. Più che affrontare un’avventura prima della morte, stava andandogli incontro. Però il piano di Luca non era quello di fare una missione pazza, suicida, piuttosto quello di trovare un posto migliore per vivere; visto che sul pianeta terra ormai per i sognatori non c’era più spazio. “I sogni- dicevano i grandi luminari- sono stati tutti realizzati, a noi rimane il riciclaggio di quelli esistenti”. Ma ai due compagni queste affermazioni non andavano proprio giù. Sentivano che dentro c’era qualcosa di falso, come se l’interesse del mondo fosse quello di assopire le menti per nascondere la verità alle persone. E quella della vita sotto la terra poteva essere una grande verità.
Così Luca e Gino accesero la TrivelBus. Luca era ai comandi, mentre Gino si posizionò nella postazione “avanscoperta”: da lì avrebbe dovuto guidare le manovre del compagno. Dopo i primi 100 metri non è che si vedesse poi un granché. Era buio pesto là sotto. Però l’occhio poi si abituò e quindi giù fino a 5 km senza alcun problema. La TrivelBus sembrava essere perfetta per quel”mestiere”. Ma non fecero in tempo a pensare che sarebbe andato tutto bene che “Booom”. La trivella iniziò a precipitare ad una velocità stratosferica (certo parlare di stratosfera all’interno della terra sembra buffo, ma è il termine che meglio descriveva l’accaduto). Luca leggeva il tachimetro segnare 2000 m/s, ma di certo c’era un qualche errore di calcolo. Cosa stesse succedendo non lo sapevano, ma di sicuro ci avrebbero rimesso la pelle.
Ad un tratto però, qualcosa accadde e la trivella si arrestò. “Accipicchia- disse la trivella- ragazzi con queste storie non si scherza. Ci siamo talmente tanto immedesimati in questo racconto che rischiavamo di rimetterci. Dobbiamo inventare storie più sobrie, più tranquille.”
Una trivella parlante? Ma sì, certo! Jade, Emy e Koo stavano inventando la loro storia… e questa forse era la prima. Dopo che Zoppus aveva concesso loro i poteri, avevano iniziato a dare vita alle loro avventure. Avevano deciso di creare una storia atipica e perciò si erano trasformati in un ragazzo di 26 anni, in un anziano di 83 e in una trivella. Però, devono stare attenti, se non tengono a freno la fantasia possono farsi male. I poteri di Zoppus possono fare tutto, ma bisogna adoperarli con cura…
CONOSCI JADE, EMY E KOO? No? Allora devi per forza leggere RACCONTAMI UN PO’. Sono una ragazza, una cagnolina ed un canguro. Qualche tempo fa fecero una scoperta e da lì cambiò la loro vita.
All’interno del libro RACCONTAMI UN PO’ troverai la loro splendida storia e capirai come hanno fatto a trasformarsi in Luca, Gino e TrivelBus. RACCONTAMI UN PO’ è disponibile in formato cartaceo su Amazon.it e in formato digitale in tutti i maggiori store.
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LEONARDO CAPITANELLI
Scrittore
Racconti per bambini/ragazzi, libri di spiritualità
LIBRI DELL’AUTORE:
– Lungo la via di Damasco
– Lungo la via di Damasco 2.0
– Raccontami un po’