19 Giugno 2017
“È passato quasi un mese da quando te ne sei andato. Oggi come non mai, mi sono commosso ripensando a te. Amico mio, quante avventure in soli 5 anni! Mi manchi. Ma ti sento. Ti sento davvero…
Prima di morire dicesti ‘Sono Guarito’. La morte non ti faceva più paura. Avevi lo sguardo volto a Dio e a Lui soltanto. Erano passati i giorni dello sconforto e del dubbio. L’accettazione e la fede si erano rifatte vive in te, e negli ultimi attimi desti prova dell’esistenza di Dio con silenziosa eloquenza: parlando con gli occhi!
Amico mio mi hai detto che il Vangelo va vissuto e non letto. Per questo lo riprendo in mano con fiducia, cercando di imitare l’attitudine dei tuoi sospiri ultimi. “Sono guarito anche io”… sì lo sono davvero perché quel messaggio che mi hai donato è stato marchiato sul cuore. Ne sento la potenza, la gioia e la sofferenza. Sensazioni che testimoniano la veridicità della Croce e della Salvezza.
Non lascerò che il Palcoscenico, mi sottragga dalla verità. Questo spazio, questo tempo, questo atto rimangono pur sempre all’interno di un commedia… quella divina. Commedia eterna che ingloba ogni minuto della mia vita.
Mi hai fatto salire in alto, mentre andavi dietro le quinte a nasconderti. Beh sappi che da buon attore, non scenderò prima che tutto sia finito, ma un giorno toccherà anche a me andarmene da questo luogo e tornare ad abbracciarti… esulteremo per l’exploit della nostra Opera.
Nel mentre che sono in scena però, dammi almeno qualche suggerimento. Di tanto in tanto getterò l’occhio dietro al tendone. Tu, anche in maniera schiva, dimmi cosa devo fare per “colpire gli spettatori” e come posso riprendermi da una brutta gaffe. Insieme possiamo rendere speciale questo spettacolo.
Amico mio confido in te!
Lungo la via di Damasco continuerà ancora”…
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